Dopo “365 uova di giornata“, il mio sceneggiatore/fotografo/critico/sherpa/agenzia di viaggi si è imbarcato nella sua seconda avventura letteraria. Il libro si intitola “Nove eresie, più una fiaba“, e forse potreste riuscire a scoprire qualche lontana assonanza con i testi di questo blog.
Altre informazioni nel post “Finalmente!” del blog My3place, e già quello è tutto un programma.
Ci sarebbero il cavallo di Troia, il dipinto di 1040m², l’orologio che va al contrario, il modello in scala 1:420 della città com’era nel 1830, la via reale con la negredo, l’albedo e la rubedo, la colonna del Diavolo, la casa di Faust, la fata verde, la tomba di un sepolto vivo, il cammello che passa per la cruna di un ago, la colonna infinita di libri, il castello di Adele Bloch-Bauer, l’ascensore a paternoster, senza contare tutto il resto che già si sa, e allora datemi una buona ragione, una sola, per la quale non dovrei andare a Praga per il Patchwork Meeting.
Eccomi qua, a raccontarvi, col solito tempismo, ciò che ho avuto occasione di vedere a Novembre nella Marca e sulle rive del Brenta, ma chi ha la pazienza di seguire questo blog ha certamente anche la pazienza di adeguarsi ai tempi “dilatati” tra gli eventi e la loro pubblicazione. Che ci volete fare, è una questione di memoria, nel senso che mi va di rivedere le opere con un certo distacco temporale, e nel ricordo della visita trovo in parte le sensazioni che mi hanno fatto apprezzare o meno quanto esposto, per arrivare a quell’operazione volgarmente definita come “tirare le somme”. Cui prodest? In primo luogo serve a me, a conforto oppure a contrasto delle mie opinioni, non sempre accomodanti e neppure tanto rosee, in second’ordine le immagini del blog “restano”, ovvero non sono predestinate al rutilante oblio delle varie piattaforme cosiddette “social”, la scena dove tutto appare immediatamente solo per essere altrettanto rapidamente sommerso da sempre nuovi eventi, argomenti, notizie, immagini, soggetti, altrettanto sensazionali, altrettanto fuggevoli.
Vi invito a fare con me un esperimento, andate a cercare su uno di quei famosi aggregatori di gran varietà l’immagine di qualche opera che vi ha colpito in maniera particolare , diciamo solamente qualche mese fa, una bella immagine intendo, non una fotina fatta di sghimbescio. Dura eh?
Qui no, qui dovete attendere, però potete anche attendervi di trovare quello che cercate, per un’ispirazione, un confronto, una condivisione, un attimo di piacere.
Rimango sempre sorpresa quando mi salta in mente una parola che nulla ha a che fare con la situazione nella quale mi trovo e che è la sintesi perfetta della situazione nella quale mi trovo. La parola in questione è “girasoli”, che poi sarebbe anche il titolo di questo post. Come già si sa, io godo dei servizi personalizzati di una piccola agenzia turistica, talmente piccola che quando viaggio viene via con me. Ebbene, quella sera si era lì, io e la mia agenzia, a gustarci una Edelweiss placidamente seduti al tavolino di una brasserie alsaziana, quando, a tradimento, ecco che ti arriva quella constatazione: perché siamo qui noi due?
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