Non c’è ragione per essere qui, alle sette di mattina di un sabato assolato, in questa piccola stazione ferroviaria della Slovenia.
Non c’è ragione per alzarsi presto, prendere la macchina e guidare fin qua perché non esistono collegamenti ferroviari tra Italia e Slovenia.
Non c’è ragione per salire su questo piccolo treno locale che mi porterà a Ljubljana, e poi avanti, fino a Kranj con un altro treno simile.
Non c’è ragione per trascorrere, tra andare e tornare, cinque o sei ore in un vagone invece di fare cose più divertenti, andare al mare, curare il giardino, svagarsi con una bella passeggiata.
Non c’è ragione per andare a vedere una piccola mostra di un piccolo gruppo in un piccola cittadina della Gorenjska (Alta Carniola).
Non c’è proprio nessuna ragione. E poi, che sarà mai: una ventina di lavori, nulla di trascendentale, hanno iniziato da poco, e poco avranno da offrire in quanto a tecnica e composizione.
Niente nomi altisonanti, niente concorsi e premi da vincere, niente esposizioni a tema, niente aree commerciali, niente classi, niente ospiti dall’estero, niente di tutto ciò che, in misura variabile, accompagna esposizioni / mostre / festival / meeting / show, ed è corollario sfarzoso se non addirittura preminente rispetto alle opere esposte.
No, non c’è assolutamente ragione per andare, e allora è giusto che io vada, perché tutto si potrà dire di me, ma non che sono io sia una persona ragionevole.
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