Finché c’è musica c’è speranza

Domani festa grande in paese. È previsto l’arrivo di più di una ventina di bande musicali per il 40º Incontro annuale delle orchestre a fiati dell’Istria. Non ci sono concorsi, classifiche o premi, solamente un’occasione di incontro di musicisti provenienti dalla Slovenia, dalla Croazia e ovviamente dall’Italia (una, la banda Breg). Oltre all’esibizione singola di ogni banda saranno inevitabili delle jam session quanto mai improvvisate, ma condite da un entusiasmo difficilmente riscontrabile in altre manifestazioni. Immaginatevi poi lo spettacolo dei pezzi che suoneranno tutte la bande assieme, circa seicentocinquanta elementi, senza contare l’effetto delle libagioni.
Io che sono, mio malgrado o a mio danno, un’entusiasta, ho pensato di preparare qualche oggettino simpatico a tema musicale. Avevo dei campioni di tappezzeria, qualche pezza avanzata di cotone americano, degli accessori recuperati qua e là a Praga, a Sitges, a Venezia , e un’ideuzza che mi frullava per la testa già da qualche mese.

Ecco qua il risultato delle mie fatiche. Si tratta di una serie di borse portadocumenti a doppio uso, un oggetto assolutamente nuovo (un po’ come il BaliGo realizzato un paio di anni fa) che riesce a unire il vezzo con la praticità.

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Ecco come funziona. Chiuso si può portare a tracolla, con i documenti all’interno e con una pratica tasca all’esterno per tenere i soldi, il telefonino, un’agenda, insomma tutto quello che ci sta…
P1080131Aprendo i due robusti moschettoni, oltre ad accedere ai documenti all’interno, è possibile sfilare la tasca esterna. Questa a sua volta è dotata di due anelli metallici per agganciarci la cinghia con i moschettoni di prima, pronta per essere utilizzata come una graziosa borsetta. Ho immaginato che un oggetto del genere potesse apparire simpatico e originale, anche per chi musicista non è.

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Non possono mancare le pochette coordinate con le borse, ….

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… i portacellulari, le buste portaocchiali, …

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… e un’altra novità, la bustina elegante per tenerci i fattoletti di carta di carta (ovviamente non quelli usati).

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Già che c’ero, con gli avanzi degli avanzi, ho ottenuto dei quadernetti da borsetta, rivestiti e decorati con motivi locali e musicali, tutti rigorosamente realizzati a mano.

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Due cose.
La prima è per chi apprezzerà qualcuna delle mie creazioni tanto da decidere di non poterne fare a meno. Tutti gli oggetti che realizzo, anche se non indimenticabili, sono comunque pezzi unici, pressoché irripetibili. Le stoffe dei campionari prima o poi finiscono, e anche quelle vecchie che riesco a recuperare raramente sono così belle da ottenerci qualcosa. Degli accessori poi non ne parliamo, difficili (se non impossibili) da trovare da queste parti, e in qualche caso sono oggetti quasi storici, come per esempio i bottoni del giubbotto di pelle che cinquant’anni fa era in dotazione ai conducenti del tram. Ma l’impossibilità della replica non è solamente pratica. Come sempre io lavoro a “estro” perciò non posso e soprattutto non voglio ripetermi, anche se non mi chiamo Paganini, e inoltre non amo particolarmente i mercatini, non ci sono portata, e altre creazioni molto più impegnative mi attendono, sul tavolo da lavoro o ancora nella mia fantasia.
La seconda cosa è una domanda: riuscirò poi a vendere qualcosa?
Mah, vedremo, finché c’è musica c’è speranza…

 

2 thoughts on “Finché c’è musica c’è speranza

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