Un delirio.
Ecco, questa è la sensazione della mia giornata alla Fiera di Vicenza.
Già al mattino c‘abbiamo messo quasi più tempo dall’autostrada alla Fiera che da casa al casello: un delirio di traffico.
Dentro poi, come da copione, era il solito caos che pareva un quadro di Pieter Bruegel il Vecchio: un delirio di gente.
Ecco, questa è la sensazione della mia giornata alla Fiera di Vicenza.
Già al mattino c‘abbiamo messo quasi più tempo dall’autostrada alla Fiera che da casa al casello: un delirio di traffico.
Dentro poi, come da copione, era il solito caos che pareva un quadro di Pieter Bruegel il Vecchio: un delirio di gente.
E sì che quest’anno c’era dello spazio in più, quindi mi è andata ancora bene, ciò nonostante ho faticato per muovermi tra la calca, magari dovendomi far largo (non è nel mio carattere) per riuscire a vedere quel che mi pareva interessante, evitando accuratamente di farmi investire da qualche trolley pirata.
Qualcosa ho combinato in ogni caso, e soprattutto ho visto ciò che volevo vedere: i quilt giapponesi.
Come mi è già capitato di scrivere, li ho sempre trovati meravigliosamente malinconici, così curati e così languidi. Mi sbagliavo, è ovvio, dato che ho avuto l’occasione di ammirare anche delle opere esuberanti a dir poco. Rimane però immutato il mio stupore per tanta abilità e pazienza, per la cura maniacale del dettaglio che la nostra mentalità spiccia oserebbe definire masochismo.
Le uniche foto che vi riporto dalla Fiera di Vicenza riguardano appunto le due mostre di quilt giapponesi, “Japansese Sensibility II” e “Quilt Nihon”. Date un’occhiata al filmato sottostante, osservate le complesse composizioni, i particolari minuscoli, la pienezza di qualche quiltatura manuale (ribadisco manuale), e ditemi se anche a voi non sale alla mente questa parola: un delirio.
Buon divertimento.
Qualcosa ho combinato in ogni caso, e soprattutto ho visto ciò che volevo vedere: i quilt giapponesi.
Come mi è già capitato di scrivere, li ho sempre trovati meravigliosamente malinconici, così curati e così languidi. Mi sbagliavo, è ovvio, dato che ho avuto l’occasione di ammirare anche delle opere esuberanti a dir poco. Rimane però immutato il mio stupore per tanta abilità e pazienza, per la cura maniacale del dettaglio che la nostra mentalità spiccia oserebbe definire masochismo.
Le uniche foto che vi riporto dalla Fiera di Vicenza riguardano appunto le due mostre di quilt giapponesi, “Japansese Sensibility II” e “Quilt Nihon”. Date un’occhiata al filmato sottostante, osservate le complesse composizioni, i particolari minuscoli, la pienezza di qualche quiltatura manuale (ribadisco manuale), e ditemi se anche a voi non sale alla mente questa parola: un delirio.
Buon divertimento.