Quattroequarantasette, partenza all’alba, destinazione: Parma.
Ci sono arrivata (ovviamente in ritardo come da trenitalica tradizione) dopo 5 ore trascorse su un regionale veloce (veloce per modo di dire…), più una Freccia Bianca (accogliente come una sala d’aspetto dell’INPS) e un regionale veloce (anche questo veloce con la fantasia), per finire con il bus navetta che si è fatto desiderare assai (frequenza delle corse: una all’ora).Però sono arrivata, sana e salva, e soprattutto impaziente di osservare i lavori esposti a Italia Invita 2013 (e non solo per quello, ma ve lo dico dopo…).
La entrada es humana, espacioso, luminoso; También hacer lo poco que la cola no es estresante.
No hay tiempo para dejar el bolso y el equipaje hacia el armario, y ahora me encontré inmerso en el ambiente salvaje de las obras de Noriko Endo.
Estos trabajos se realizan con la técnica denominada “confetti“, prácticamente los chips de tela que forman un paisaje impresionista, en este caso de la “Naturescapes“.
El evento Invitar a Italia una vez que se dedica únicamente a bordar y relacionados, ma da un po’ También mosaico tendrá su propio espacio de exposición está ajustado; Sólo tengo que Parma para lo, y para la competición “La cuadratura del círculo”.
En este punto, me permito algunas reflexiones; Espero que no se ofenda que organizó la exposición, pero estoy convencido de que lo que estoy a punto de decir es bastante aceptable.
El tema del concurso era “La cuadratura del círculo”, y el desplazamiento de lectura ilustrativa cartel “Quilters persona o grupo representado su interpretación de la forma geométrica del círculo: símbolo de la unidad, de aquello que no tiene principio ni fin”.
El tema es ciertamente interesante y de buena gana se presta a interpretaciones artísticas de los distintos, pero no tiene nada que ver con “la cuadratura del círculo”, que podría haber dado lugar a más de unos pocos quilter “fuera de tema”.A riesgo de parecer pedante Me gustaría traer un poco de concepto geométrico.
por encima 2000 Hace años un nombre tan Arquímedes trataron de determinar con la ayuda de una regla y compás el área exacta del círculo. Él dibujó un cuadrado externa (finito) y un interior (inscrita), lados de la primera tocar el círculo, mientras que en el segundo las esquinas estaban a tocar el aro, y luego hizo un promedio. Estaba claro que era primera aproximación gruesa, pero aumentando cada vez más el número de lados, el acoplamiento a dos noventa y seis lados de los polígonos, Se alcanzó un valor de Pi griego por entre 3,140 e 3,142, y sólo hay fermò.Fu en el siglo XIX que se estableció la incapacidad para resolver el problema con el método geométrico, ya que el griego pi (P.) No es un decimal de terminación, e incluso periódica. hoy, gracias a los equipos electrónicos, le cifre decimali del Pi greco superano il miliardo, ma, per quanto affinata, si tratta sempre di approssimazione.
Questo concetto matematico traslato nel linguaggio comune generalmente assume il significato di “problema impossibile da risolvere”, e ciò non si sposa assolutamente con la locandina del concorso.
Basta, non voglio farvi tornare sui banchi di scuola, è meglio andare a vedere le opere in concorso con una carrellata di immagini (in ordine di apparizione allo show).
Complimenti a tutte le partecipanti, perché un lavoro di un metro e mezzo per un metro e mezzo è abbastanza impegnativo, sia nella realizzazione che nella futura collocazione, e forse è stato anche questo un motivo che ha frenato più di qualche artista.
Il Parma Patchwork Club ha esposto i lavori a tema “Pellegrini a passo di… Labor de retazos”, opere ispirate a soggetti che si possono incontrare lungo il tratto parmense della Via Francigena, l’antichissima strada che andava da Canterbury a Roma e oltre, fino a Foggia, percorsa per secoli dai pellegrini di tutta Europa.
Chi come me ha qualche annetto in più di quanto sarebbe desiderabile, si ricorderà di una famosa canzone degli anni ’50: papaveri e papere.
Arrivando davanti alle opere del gruppo ungherese “Modern Movement” (Modern Műhely su Facebook) mi sono sentita piccolina, una vera paperina davanti a dei papaveri alti, alti, alti, e soprattutto irraggiungibili.
Già che c’ero non potevo non dare un’occhiata ai meravigliosi ricami esposti, dai lavori più classici a quelli innovativi. È un mondo a parte dove, oltre a una pazienza infinita, è necessario possedere una vista da 20/10 come minimo.
Non mancava anche un’area riservata ai rivenditori di materiali e attrezzature del settore e, a differenza di altre manifestazioni simili, la parte espositiva era abbastanza separata dalla sezione commerciale, perciò era possibile ammirare i lavori nelle migliori condizioni di luce e di spazio.
Anche gli stand commerciali erano ben distanziati tra loro, in modo da poter gironzolare senza sentirsi intruppati, osservare con calma e attenzione, riuscire a trovare proprio quello che si va cercando, chiedere e ricevere informazioni dettagliate, senza bisogno di spintonare, affrettarsi, urlare, stressarsi, ecc.
Tutto bene allora?
Tutto tutto no, in quanto ci sarebbe ancora qualche aspetto controverso, ma ormai si sa che io sono incontentabile.
L’assistenza in primo luogo. Nella zona destinata ai concorsi non ho visto nessuno in grado non solamente di vigilare, ma anche di illustrare, a chi ne avesse fatto richiesta, gli aspetti artistici e tecnici delle opere esposte. In altre occasioni, almeno per quanto riguarda il patchwork, mi è capitato di notare del personale (generalmente delle quilter di qualche associazione) che si occupa di fornire ogni delucidazione richiesta, ed eventualmente di mostrare il quilt anche sul retro (spesso non meno importante del top), ovviamente indossando gli appositi guanti di cotone.
E qui arriviamo al secondo aspetto che mi ha lasciata interdetta: la presenza di una gelateria nella zona espositiva. Non pretendo sicuramente un ambiente asettico, pero al ver pasear por la exposición de las personas con una gran cantidad de goteo cono de helado de chocolate con pistachos y sabor hizo que mi piel de gallina.
Pero lo mejor estaba aún por llegar. Come si dice: dulcis in fundo.
Beh, Ahora dime, He participado en la competición y, incredibilmente, He ganado un premio.
soportes pequeños: He de reconocer que me rompió la cabeza para interpretar el tema del concurso, tratando de combinar círculos y cuadrados en un contexto que simbolizara la imposibilidad de su igualdad de coexistencia. Así que pensé para representar el planeta Tierra, con su lado oscuro inundado de edificios grises que surgen como hongos malignos, Se estaba explicando la imposibilidad de un acuerdo aceptable entre el medio natural y su explotación no natural. A él le gustaba, evidentemente.
Fatto sta che, dovendo prendere il treno che mi avrebbe riportata a casa, come da regolamento del concorso mi sono presentata alle 17 per poter ritirare il mio lavoro e l’ambito premio.
Sorpresa! Per un evidente disguido avevano confuso premi e vincitrici, e così mi è toccato far cercare in fiera la persona alla quale avevano dato un premio per l’altro. Anche ritirare il lavoro è stata un’odissea, in quanto in fiera c’erano solamente due persone addette, più una responsabile che sovrintendeva a ogni operazione di rimozione.E’ finita che ho dovuto chiamare un taxi, altrimenti avrei rischiato anche di perdere il treno.
Comunque ne valeva la pena, la pena e la gioia di creare un lavoro che mai avrei pensato di riuscire a fare, la pena e la gioia di viaggiare, la pena e la gioia di vedere opere che mi fanno sentire un’incapace, la pena e la gioia che sempre mi accompagnano quando fatico per dare una forma visibile alla mia incorreggibile fantasia.
Ciao!