With the usual, I would say almost proverbial delay, I was able to stretch out my impressions on the latest exhibition of Verona Textiles. Unfortunately, the implementation of the post earlier on PPM2019 it took me enough time, and also I confess that I also felt the need to think before expressing my opinion about the exhibition in Verona, to see which is definitely worth it to wake up at dawn to get there by train, but that gave me what discussed during the return trip in the evening. We say that some aspects have awakened my critical spirit, quell'indocile beast that always whispers poisonous comments in order to ruin the beautiful moments of life and get me the deserved reputation of troublemakers. But whatever you do not care, because you are here to see the textile creations, and therefore I limit myself to a few mischievous remark, just a pinch of salt and pepper here and there.
Ci voleva proprio un tempo così per scrivere questo articolo, una bella giornata di pioggia battente.
Si tratta di una specie di reminiscenza tornata a galla un po’ per caso, come il profumo della famosa madeleine di Proust, solamente che in questo caso non si tratta di memoria olfattiva bensì uditiva, e forse ancora qualcos’altro.
Dopo il primo caldo ruggente di giugno, con giorni di una luce che sembra non finire mai, ecco che al posto del frinire delle cicale mi tocca udire il tambureggiare di milioni di gocce di pioggia che picchiano sulla finestra, attraverso la quale intravedo solamente immagini tremolanti, sagome rese incerte dall’oscurità prematura e dalla foschia.
Il tempo ideale per scrivere di una giornata normalmente speciale.
Comincio spiegando cos’aveva di speciale quella giornata.
Verona Tessile vi dice niente?
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