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Prague 2019
Questo è un post importante.
It could be my last article on Prague Patchwork Meeting.
Please note, It is not to be disappointed by the show, tutt’altro. The works were appreciated, arranged with taste and criterion, varied in style and perfectly enjoyable, in short, all good as ever.
But it is precisely that "as always" put me in crisis.
Even before I left I was afraid of being in front of the usual script, fine as long as you want, but too often replicated.
So here is the usual route, with the usual sidewalk and the usual two manholes without lids that if we end up with your foot inside you make off the ankle (to be optimistic). Here are the usual steep metal staircase style "The Hill", climbing which sooner or later some will feel bad. Here in the hall the usual themed exhibition arranged on the usual stands of 2011. That's the usual flawless available, but canonical, the works, so everything looks but nothing emerges. That's the usual textile creations, certain admirable workmanship and composition, however pleasant, But never imprudent or impudent. Here again, for good measure, the usual (and unexplained) absence of signs in Prague, affixes, leaflets, or even small signs that mention the Meeting.
Ci tengo a precisare che and John Štěrbová (Deus ex machina della mostra) It goes all my admiration, for its artistic figure in primis, but also to be able to manage for so many years this event patchwork. I remain convinced that the person can hold together and put together a group of quilter It can safely be nominated as President General of the United Nations.
Having said that I would have hoped that, in a moment of courage or madness, she decides to get out of the slide rails of the guaranteed success and risked relations and reputation for beating paths still unexplored.
Perhaps the fault is mine alone instead. Too many things I've seen, and too high now I place the bar of my consideration. Sono un po’ like the traveler who has traveled half the world and it is difficult to prove even wonder, So here I confess my guilt, that of being become insatiable and sofistica, in una parola: flawed.
That said, now you tell you something of the exhibition, a show that still should go to see, at least once. Maybe I advise you to go there with more amenities than I did, because I do not know if all the aficionade del patchwork They are able to hold twelve hours to go and come back twelve hours of night bus; maybe I would be able to suggest the most comfortable transfers.
Bassano 2017
Bassano del Grappaaa,… si scendeeeeee…
Bene, siamo finalmente arrivati a Mitrovica, oops, lapsus freudiano, intendevo dire a Bassano del Grappa, questa bellissima cittadina attraversata dal Brenta, e ci siamo per la mostra organizzata dall’associazione Bassano Patchwork.
Anni indietro mi capitava di vedere nello stesso giorno la mostra di Treviso e quella di Bassano, una sorta di Quilting Day molto eccitante, ma pure molto faticoso. Dai e dai, mi sono fatta furba (incredibile, ma vero!), e quest’anno ho deciso di prendermela comoda. Dopo la puntata a Treviso ho preso il treno per Bassano, dove mi aspettava una camera per la notte, così da arrivare alla mostra con occhi riposati, pronti ad accogliere le nuove immagini che mi si sarebbero presentate.
Incidentally, potevo scegliere io un banale hotel, un albergo, un Bed&Breakfast, una pensione, uno chalet? Ovviamente no.
Finora avevo considerato U Malého Vítka, a Český Krumlov, il posto più strano e originale dove avessi dormito, invece il Palazzo Zelosi, un edificio seicentesco sorto dalla trasformazione di un antico convento, è ancor più suggestivo.
Pur essendo la struttura adeguata ai nostri tempi, essa riesce a mantenere un’atmosfera monacale, pur senza essere spartana, quasi in ossequio all’augusto passato. Posso dire di essermi trovata benissimo, in una stanza molto silenziosa, senza (aaah, finalmente) televisore, e assistita da personale gentilissimo. Un bijoux.
Abluzione, vestizione, prima colazione, I'm ready, andiamo.
Ovviamente piove. Continua a leggere
Fête du Fil
Un mese, no dico, dal mio ultimo post un mese senza telefono, e ovviamente senza internet, ma come si fa?
Finalmente qualcosa si è mosso, e allora, prima che la linea decida nuovamente di sparire, ho buttato giù in fretta e furia questo articolo su un’esperienza sinestetica che difficilmente dimenticherò.
C’è chi va in Val d’Argent, chi va a Birmingham, chi va a Karlsruhe, chi va a Houston, chi va a Tokyo, chi va a Biarritz, chi va a Paducah, chi va a Veldhoven, e c’è anche chi si inoltra sino ai piedi della Montagna Nera per una mostra patchwork, ma soprattutto lo fa a sua insaputa.
Sunflowers
Rimango sempre sorpresa quando mi salta in mente una parola che nulla ha a che fare con la situazione nella quale mi trovo e che è la sintesi perfetta della situazione nella quale mi trovo. The word in question is "sunflowers", che poi sarebbe anche il titolo di questo post.
Come già si sa, I enjoy the personalized services of a small tourist agency, so small that when I travel is with me. Ebbene, that night he was there, I and my agency, a gustarci una Edelweiss placidamente seduti al tavolino di una brasserie Alsatian, quando, treacherously, here comes you that finding: because we are the two of us here?
Do You Speak English?
Welcome in England!
Eccomi qua, sana e salva.
Sono capitata in Inghilterra giusto nei giorni degli scontri, e proprio a Londra e a Birmingham mannaggia. C’era chi dall’Italia mi inviava degli SMS interrogativi e vagamente preoccupati; mi immaginava già nel bel mezzo degli scontri, presa tra due fuochi, ovvero tra la polizia e i teppisti, in cerca di una via di scampo tra i cristalli infranti delle vetrine saccheggiate e le fiamme delle automobili incendiate.
Un po’ mi è dispiaciuto deluderli.
A Londra, una metropoli formicolante di 20 milioni di abitanti, gli scontri a Totthenam e a Brixton non giustificavano i titoli allarmistici dei media italiani (es. Tutta Londra in fiamme); in proporzione era come se in un condominio di 40 appartamenti un marito si fosse messo litigare con la moglie.
A Birmingham poi, a parte i soliti poliziotti in giallo che bighellonavano non sapendo che pesci prendere, una volta sola ho avuto la possibilità di vedere 2 (due) tipi in tenuta antisommossa che interdivano preventivamente l’accesso al centro del Bullring.
In ogni caso, quest’anno, per impedirmi di vedere il Quilt Show di Birmingham non sarebbero bastati neanche i carri armati, e poi capirete il perché.