Anche quest’anno l’associazione culturale A.I.D.A. (Associazione Interculturale Donne Assieme) di Muggia ha organizzato la mostra-concorso “Creatività Femminile”, un appuntamento irrinunciabile per ammirare il risultato di fervida fantasia, infinita pazienza, estro artistico e mano felice, mani femminili s’intende. Ma anche no.
Infatti, inizio questo post con delle significative immagini di alcuni lavori fuori concorso, in quanto realizzati da una mano maschile, quella di Renato Bavone. I suoi due lavori hanno suscitato ammirazione, e, si badi bene, non perché erano realizzati da un uomo, bensì per il loro elevato livello qualitativo.
Pur non disponendo di uno spazio espositivo molto esteso, l’associazione è riuscita egualmente a sistemare tutte le opere in maniera da poterle ammirare come si conviene, colla giusta luce, e senza penalizzarne nessuna. Credetemi, non è facile.
Eccovi allora una carrellata di immagini abbastanza significative di quanto era esposto alla mostra, solamente una fugace testimonianza, mendace per giunta, in quanto le fotografie non rendono giustizia alla varietà espressiva e alla pregevolezza materiale delle opere esposte.
Chi l’ha detto che il bianco e nero è monotono?
Scialle
Bella questa borsetta, no? E’ la creazione di una giovanissima (ma veramente giovanissima) artista.
.
La fotografia non rende assolutamente l’effetto tridimensionale di questo quadro realizzato con la tecnica dello “shadow box” 3D.
.
E‘ proprio vero che a ben cercare si trova sempre un modo originale per dare forma alla propria creatività!
Un lavoro veramente difficoltoso, o, come s’usa dire in queste contrade, “roba de ciodi”.
.
La mostra spaziava in tutte le direzioni per forma espressiva, materiali, colori, tecniche, applicazioni. Si passava da questa grande coperta patchwork…
.
… a queste miniature in pergamano che riproducono le noše (abiti tradizionali) di Dolina (San Dorligo).
.
Ecco altri esempi di cosa succede quando una donna è (finalmente) lasciata libera di cercare la sua strada.
Oppure sorge la voglia di fare un po’ di luce, ma una luce speciale che colori il mondo come piace a noi.
.
.
Questa mostra dovrebbe rappresentare un giusto riconoscimento dell’estro artistico e delle abilità manuali delle donne, abilità che talvolta vengono date per scontate, e che perciò passano pertanto quasi inavvertite.
Non andrebbe dimenticato che quasi sempre sono le mani di una donna il nostro primissimo contatto con il mondo esterno, spesso anche l’ultimo. Quando, a qualsiasi età, stiamo subendo un’afflizione, piccola, da bambini, oppure grave, da adulti, la mano di una donna è un magico lenitivo. Alle mani della donna capitano mille lavori diversi ogni giorno, e sono le mani di una donna che rimediano subito ai piccoli danni, uno strappo, una macchia, una sbucciatura. Sarà pure un modo di dire, ma è abbastanza emblematico: se una donna usa le mani è per realizzare qualcosa, se un uomo usa le mani è per fare a pugni.
Allora, il prossimo anno (Maya permettendo), non mancate all’edizione 2013 di “female creativity”, a Muggia; potrete vedere con i vostri occhi, e non con l’asettica immagine fotografica, di cosa sono capaci le mani delle donne quando sono libere dalla trita quotidianità; e all’uscita, signori uomini mi raccomando, non dimenticate di salutarle, le donne, così: “baciamo le mani”. Se lo meritano, da sempre.
.