Vicenza, 23 ottobre 2010, ore 9 e 30, Fiera, donne, donne dappertutto. Mi trovavo lì, di buon mattino, assieme a tutta quella gente, per visitare la mostra-atelier della manualità creativa “Abilmente”.
Questa manifestazione è cresciuta negli anni, diventando una tappa obbligata, un appuntamento imperdibile per tutte le appassionate del cucito creativo.
Anche quest’anno Abilmente non ha deluso le aspettative.
Ho potuto vedere, ammirare, invidiare, i capolavori esposti nelle varie mostre. Come ogni anno, nell’area shopping, zeppa di espositori provenienti da tutta Europa e pure uno dal Giappone (che insegnava come fare in 2 minuti una borsa con un semplice foulard), ho potuto comperare strumenti e materiali che i negozi della mia zona classificano come “inesistenti”.
Tra gli ospiti della manifestazione, Patchwork Gilde dalla Germania, ha invitato tutti alla loro manifestazione Patchworktage 2011, che si terrà a Rüdensheim/Rhein dal 10 al 13 Aprile 2011.
Ho detto tutti e non tutte perché, come hanno precisato le nostre amiche tedesche, le donne potranno dilettarsi con mostre e corsi, mentre gli uomini avranno l’occasione di rilassarsi con escursioni nei dintorni di Rüdensheim, i quali, oltre ad essere molto gradevoli ed interessanti, sono capillarmente forniti di caratteristici locali dove apprezzare la ricca cucina locale. Da farci un pensierino…
Perle della manifestazione, quest’anno erano i quilt giapponesi.
Pur non amando alla follia i quilt provenienti dal Sol Levante, non posso fare a meno di ammirare la precisione, l’abilità, la pazienza delle giapponesi.
Ho allegato alcune foto dei lavori che mi hanno colpito di più. Alcuni li avrete già visti sulle riviste specializzate perché sono stati premiati (a ragione) in vari concorsi internazionali.
La definizione che amo usare per i lavori giapponesi è “masochismo”.
Sono lavori che richiedono un’attenzione e una concentrazione che derivano forse da una visione della vita meno frenetica della nostra. Guardate questa specie di Bethlehem Star: non si tratta di stoffa a quadretti; sono proprio quadretti di stoffa cuciti assieme ed uno dentro l’altro.
Quanto tempo avrà impiegato per realizzare quest’altro pannello di quadratini piccolissimi?
Gli altri lavori erano più “umani” ma sempre testimoni di una tecnica raffinata.
Oltre alle mostruose dimostrazioni di bravura, un’altra categoria di opere non mancava di mostrare una coraggiosa e affascinante ricerca stilistica, nuovi modelli compositivi, geometrici, cubisti, impressionisti, arte pura.
E infine, eccolo: anche i giapponesi possono essere allegri, come testimonia questo lavoro dai colori sgargianti, quasi spensierati, accoppiati però con una tecnica ed una precisione invidiabili.
Alla sera ero stanca morta, per la levataccia, il viaggio, avanti e indietro per la mostra, non sentivo più i piedi, ma ne valeva la pena, anche solamente per vedere queste opere.
Che altro dire? Ci vediamo lì (a Vicenza, non in Giappone…) il prossimo anno!