Estate, tempo di gelati, e di gelatina

Quando mi è stato proposto questo corso il mio pensiero è stato: che c’entra la gelatina col patchwork? E appunto per questo motivo mi sono iscritta immediatamente, perché l’idea della contaminazione tra materiali, tecniche e stili, anche distanti fra loro, mi ha sempre attirato. Non sapevo cos’è la gelatina, come si usa, quali sono gli effetti e le possibilità, e perciò la sorpresa era assicurata.

Va detto che a convincermi sono state anche la simpatia e l’ammirazione verso la bravissima Marija Pudane, un’artista della tessitura a mano.
Il mio primo incontro con lei fu del tutto accidentale. Mi stavo recando a un appuntamento in centro, un appuntamento non troppo gradevole trattandosi di una visita dentistica, quando il mio radar interno attirò la mia attenzione verso una vetrina mai notata prima: vidi delle creazioni in stoffa assolutamente originali, indubbiamente frutto di un lavoro manuale e di una mente creativa. Si trattava di una serie di scialli dai colori così bene assortiti da sembrare l’opera di un pittore.
Dopo qualche esitazione entrai e feci la conoscenza di questa coraggiosa artista lettone. Perché coraggiosa?
Beh, ci vuole del coraggio per sistemarsi a migliaia di chilometri da casa, ci vuole del coraggio per aprire un’attività artigianale, ci vuole del coraggio per proporre delle creazioni artistiche così distanti dalle nostre tradizioni, e ci vuole coraggio soprattutto per farlo in una città non sempre o non più aperta alle novità, e specialmente in questi tempi di scarsa attenzione verso la qualità a fronte dell’invasione di prodotti industriali da un tanto al chilo.
Come se non bastassero tutte le fatiche e i grattacapi che ogni attività artigianale e commerciale comportano, Marija s’e presa la briga di tenere dei corsi di tessitura e, novità, l’uso della gelatina.
E fu così che una domenica un gruppetto di appassionate del cucito creativo si ritrovò nel suo negozio in Via Foschiatti per apprendere i segreti del vilene.
Se vi è già capitato di frequentare un corso di cucito o di patchwork è certo che avete un’idea di come si procede, e appunto il corso di Marija è stato completamente diverso. Infatti ognuna di noi ha portato dei materiali a suo gusto, dei materiali che poi sono stati messi in comune, a disposizione di una pesca miracolosa, o se vogliamo di un happening creativo e divertente, una originale modalità che comunque non ci ha impedito di realizzare le opere che quella tecnica ci ispirava.
Io, come al solito, sono uscita dal seminato (occorreva dirlo?) e mi sono lanciata in una creazione astratta che desse forma visibile a una mia voglia di liberarmi del tutto dai temi codificati del patchwork. Certo, non presenta i soliti strati del quilt classico, top, batting, backing, non ce ne sono tre, bensì quattro, cinque, sei, boh, e chi lo sa? Il bello è che prima di iniziare il corso non avevo la minima idea di cosa avrei composto con il materiale che mi stavo portando da casa…
Ci tengo a precisare che, a prescindere dal gusto personale, ciò che ho realizzato io è solamente una delle applicazioni possibili della gelatina, e nemmeno quella esteticamente più gradevole e accessibile. Quel che invece mi va di aggiungere è che una scappata a “La Tessoria” di Trieste (questo è il collegamento alla sua pagina Facebook), oltre a farvi scoprire che c’è chi ancora crede nella bellezza intrinseca di un’opera tessile realizzata a mano, potrebbe solleticare la vostra curiosità e farvi cogliere dalla voglia pazza di impelagarvi anche voi in un mare di fili colorati. E il naufragar vi sarà dolce…

P1070296

in questo mare, forse

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