Category Archives: Mostre
Verona Tessile 2015
Ci voleva proprio un tempo così per scrivere questo articolo, una bella giornata di pioggia battente.
Si tratta di una specie di reminiscenza tornata a galla un po’ per caso, come il profumo della famosa madeleine di Proust, solamente che in questo caso non si tratta di memoria olfattiva bensì uditiva, e forse ancora qualcos’altro.
Dopo il primo caldo ruggente di giugno, con giorni di una luce che sembra non finire mai, ecco che al posto del frinire delle cicale mi tocca udire il tambureggiare di milioni di gocce di pioggia che picchiano sulla finestra, attraverso la quale intravedo solamente immagini tremolanti, sagome rese incerte dall’oscurità prematura e dalla foschia.
Il tempo ideale per scrivere di una giornata normalmente speciale.
Comincio spiegando cos’aveva di speciale quella giornata.
Verona Tessile vi dice niente?
E mo’ basta
Vi capisco, ancora una volta, l’ennesima, sono qui a raccontarvi qualcosa del Patchwork Meeting di Praga, ancora una volta, l’ennesima, vi toccherà di sorbire le mie magnificazioni di quanto sia bella Praga, di come mi trovi bene lì, di quali piacevoli sorprese sia ricca, eccetera, eccetera, eccetera, ancora una volta, l’ennesima, leggerete i miei commenti più o meno originali, più o meno inutili, sulle opere esposte, ancora una volta, l’ennesima, dovrete sopportare le mie considerazioni non sempre, anzi quasi mai ragionevoli, ancora una volta, l’ennesima, vi farò partecipi della mia perplessità sul fatto che ciò che è possibile nella Repubblica Ceca sembri un’utopia (o un lontano ricordo) in Italia.
E mo’ basta.
¡HOLA!
A mig aire de la serra
veig un ametller florit.
Déu te guard, bandera blanca,
dies ha que t’he delit!
Il fatto che abbia iniziato questo post con le parole del poeta catalano Joan Maragall dovrebbe già farvi sospettare qualcosa.
Ho scelto proprio questi versi perché in una terra che è stata teatro di soprusi e rivalse, troppo simile alla mia, viene presa a bandiera l’unica che trovo accettabile, la chioma fiorita di un albero.
Tra queste colline che guardano al mare la primavera si annuncia già a marzo con i fiori di mandorlo, e in una località in particolare sbocciano fiori tessili con tutti i colori dell’iride.
Sto parlando di Sitges, una piccola cittadina a poca distanza da Barcelona, dove appunto a marzo è possibile ammirare questa singolare fioritura esposta al Festival Internacional de Patchwork.
Bassano e Treviso 2014 – Seconda Parte
Dopo una più che ristoratrice tappa in quel di Pove siamo ripartiti per Treviso, dove ci aspettava la mostra realizzata dall’associazione Patchwork Idea.
Il tema di quest’anno era “La stoffa delle artiste“, titolo che trovo più che adeguato al patchwork in quanto per realizzare un bel lavoro ci vuole “la stoffa giusta”. Oltre al tradizionale cotone erano state tirate in ballo altre fibre, ortica, canapa, mezzalana, e persino latte, oltre alla contaminazione mediante elementi vegetali quali foglie e fiori.
Interessante.
Il tema di quest’anno era “La stoffa delle artiste“, titolo che trovo più che adeguato al patchwork in quanto per realizzare un bel lavoro ci vuole “la stoffa giusta”. Oltre al tradizionale cotone erano state tirate in ballo altre fibre, ortica, canapa, mezzalana, e persino latte, oltre alla contaminazione mediante elementi vegetali quali foglie e fiori.
Interessante.
Bassano e Treviso 2014 – Prima parte
Era destino, prima o poi doveva succedere. Ora che è successo, che succederà? Speriamo che qualcosa succeda. Non temo ciò che potrà succedere a me, è stato già tutto messo in conto, ma sarei avvilita se dopo quanto avrò scritto non succedesse niente.
Abilmente Autunno – Vicenza 2014
Un delirio.
Ecco, questa è la sensazione della mia giornata alla Fiera di Vicenza.
Già al mattino c‘abbiamo messo quasi più tempo dall’autostrada alla Fiera che da casa al casello: un delirio di traffico.
Dentro poi, come da copione, era il solito caos che pareva un quadro di Pieter Bruegel il Vecchio: un delirio di gente.
Ecco, questa è la sensazione della mia giornata alla Fiera di Vicenza.
Già al mattino c‘abbiamo messo quasi più tempo dall’autostrada alla Fiera che da casa al casello: un delirio di traffico.
Dentro poi, come da copione, era il solito caos che pareva un quadro di Pieter Bruegel il Vecchio: un delirio di gente.