Si va

CEDP2022O almeno così si spera.
Nonostante Trenitaglia abbia fatto morire Thello, il comodo treno notte che ci portava fino a Dijon, la mia personale agenzia turistica ha trovato la maniera di farmi arrivare a Sélestat e, ça va sans dire, farmi tornare a casa. Tanto che si sappia, non è facile partire per l’Europa dal cul-de-sac dove vivo, almeno in treno, e anche se si fosse tentati dall’aereo (che non amo) i voli diretti per il Nord Europa si contano sulle dita di una mano.
Allora, ci vediamo su?

One More Time

LogoViennaPragaBrno

Via, via, via!

Vienna, Praga, Brno, tre esperienze, tre sensazioni, tre caratteri, e tre per tre fa nove, nove giorni durante i quali abbiamo scarpinato, guardato, scoperto, incontrato, viaggiato, mangiato e, ça va sans dire, bevuto, nove giorni alla ricerca di ricordi e speranze, nove giorni che hanno infranto quella gabbia di tristezza che mi imprigionava da un paio d’anni.
La Rossana che era partita all’alba di un grigio martedì, è ritornata dopo una settimana e mezza con un considerevole bagaglio di ricordi ma più leggera nello spirito.
A questo punto viene buona una delle gianografie scritte dal mio sherpa / agenzia turistica / pusher / fotografo / ecc., e si intitola “ADDIO”.
Il viaggiatore non conosce ritorno. A partire è uno, a tornare è un’altra persona. Qualora tornasse quello stesso uno è come se non fosse mai partito. Continua a leggere

Val d’Argent 2021

ticketDue anni, o quasi.
Era l’alba del 26 ottobre 2019 quando salivo sul treno diretto in Austria per vedere una mostra patchwork ad Althofen.
Ben ventitré mesi sono passati da allora, mesi drammatici, lunghissimi, deprimenti, caotici, inaspettati e inconcepibili, durante i quali ogni contatto con il patchwork, per obbligo o per prudenza, è rimasto confinato tra le mura domestiche.
Ricordo che, in primavera, l’arrivo del vaccino mi regalò un alito di speranza, presto smorzato dai bollettini che rinviavano sine die l’uscita da questo malefico tunnel che c’ha regalato la Cina.
Del Festival of Quilts di Birmingham manco a parlarne, tanto più che la situazione sanitaria nelle Midlands era in peggioramento, e inoltre le complicazioni derivanti dalla Brexit fanno del loro peggio per dissuadermi dal frequentare la terra degli albioni.
Vi confesso che, nonostante io ami molto l’Alsazia, la perfetta cornice per il Carrefour Européen du Patchwork, a malincuore c’avevo già rinunciato; troppi i rischi di contagio connessi al lungo viaggio in treno o in autobus. L’aereo, già lo sapete, poco mi garba, e guidare l’automobile per 1700 chilometri (tra andata e ritorno) sarebbe stato uno stress di non poco conto per il mio sherpa/fotografo/guida/interprete/webmaster/tuttofare/ecc.
E allora? Continua a leggere

Tu chiamale se vuoi (e)mozioni

Mozióne s. f. [dal lat. motio -onis, der. di movēre «muovere», part. pass. motus; il sign. 2 ricalca l’ingl. motion].
Nel post precedente vi ho raccontato che ero totalmente immersa nel bianco mare del trapunto fiorentino, quando i colori del foliage autunnale hanno bussato alla mia finestra e mi hanno fatto ricordare che esiste un mondo di colori, anzi mi hanno ammonito sul fatto che mi stavo perdendo quell’effimero spettacolo.
Mi è bastata un’occhiata per farmi tornare la voglia di dipingere con la stoffa, e così ho realizzato quella coperta per la mia macchina da cucire. Nella breve carrellata di immagini che segue troverete la prova di come possa essere spettacolare l’autunno, almeno quello che mi è capitato in sorte, e com’era impossibile anche solo pensare di resistergli. Continua a leggere

Niente da fare

ViaggioIl programma di questa primavera era allettante.
Iniziava con un viaggio in Catalogna, per la sedicesima edizione del Festival Internazionale del Patchwork, a Sitges, un bellissimo angolo di mondo vicino a Barcelona.
Poi la mia agenzia di viaggi mi avrebbe scarrozzata fino in Andalusia, a Granada, per ammirare l’Alhambra e gustare le prelibatezze locali.
A seguire ci sarebbero state Madrid, arte e storia a bizzeffe, e la suggestiva Toledo. Da lì poi via verso Vienna per alcune gallerie interessanti che sempre mi era ripromessa di visitare.
Dulcis in fundo, mi aspettava la Boemia, per il Prague Patchwork Meeting, dove finalmente sarebbe stata esposta una mia opera.
In programma, a fine aprile, mi attendeva anche una scappata a Beaujolais, per la Biennale di Arte Tessile, con bellissimi quilt realizzati da artiste provenienti da tutto il mondo, e tra queste c’era anche una delle mie preferite, ossia Irina Voronina.

Continua a leggere