Author Archives: lastoffagiusta
Malborghetto 2015
Capitano ogni tanto delle giornate strane, giornate che sembrano durare il doppio, il triplo, giornate nelle quali la realtà sembra perdere consistenza per diventare liquida come il sogno, giornate difficili da dimenticare ma altrettanto difficili da ricordare con la sicurezza della verità.
Proprio per quest’ultimo motivo mi trovo costretta a scrivere di questo mio viaggio a Malborghetto mentre ancora sento sulla pelle la frescura del suo torrente, con intatte le mie impressioni di solitudine e di extratemporalità, quando ancora non mi sono ripresa dallo stupore di una combinazione inattesa e particolare.
Cominciamo col dire che già il viaggio predispone l’animo alla calma, perlomeno il “viaggio” come io lo considero tale, ovvero senza l’automobile.
Per arrivare a Malborghetto, che poi si trova solamente a una decina di chilometri da Tarvisio, bisogna prendere un trenino, un mezzo di poco più grande e veloce di un tram che arriva fino a Carnia. Da lì c’è un bus che, di paesino in paesino, ci porta fino a destinazione, e perciò il viaggio sembra non finire mai (il che non è sempre un male, anzi…). In tempi lontani c’era un treno che, prima di arrivare a Tarvisio, fermava a Malborghetto, anzi ce n’erano cinque nell’arco della giornata, ma ora quei tempi sono passati, ora si viaggia ad alta velocità, ma solo dove vuole la matrigna Trenitaglia, e a Malborghetto il tempo scorre troppo lentamente per adeguarsi alla velocità richiesta dal business.
Però… e però… appena scesa dal bus mi trovo di fronte a un piccolo paese stretto tra la montagna e il torrente Fella, sotto un cielo che vira dal cobalto al fiordaliso, e ho il presentimento che potrebbe essere una giornata singolare. lire
Verona Tessile 2015
Ci voleva proprio un tempo così per scrivere questo articolo, una bella giornata di pioggia battente.
Si tratta di una specie di reminiscenza tornata a galla un po’ per caso, come il profumo della famosa madeleine di Proust, solamente che in questo caso non si tratta di memoria olfattiva bensì uditiva, e forse ancora qualcos’altro.
Dopo il primo caldo ruggente di giugno, con giorni di una luce che sembra non finire mai, ecco che al posto del frinire delle cicale mi tocca udire il tambureggiare di milioni di gocce di pioggia che picchiano sulla finestra, attraverso la quale intravedo solamente immagini tremolanti, sagome rese incerte dall’oscurità prematura e dalla foschia.
Il tempo ideale per scrivere di una giornata normalmente speciale.
Comincio spiegando cos’aveva di speciale quella giornata.
Verona Tessile vi dice niente?
E mo’ basta

Vi capisco, ancora una volta, l’ennesima, sono qui a raccontarvi qualcosa del Patchwork Meeting di Praga, ancora una volta, l’ennesima, vi toccherà di sorbire le mie magnificazioni di quanto sia bella Praga, di come mi trovi bene lì, di quali piacevoli sorprese sia ricca, eccetera, eccetera, eccetera, ancora una volta, l’ennesima, leggerete i miei commenti più o meno originali, più o meno inutili, sulle opere esposte, ancora una volta, l’ennesima, dovrete sopportare le mie considerazioni non sempre, anzi quasi mai ragionevoli, ancora una volta, l’ennesima, vi farò partecipi della mia perplessità sul fatto che ciò che è possibile nella Repubblica Ceca sembri un’utopia (o un lontano ricordo) in Italia.
E mo’ basta.
Finché c’è musica c’è speranza
Domani festa grande in paese. È previsto l’arrivo di più di una ventina di bande musicali per il 40º Incontro annuale delle orchestre a fiati dell’Istria. Non ci sono concorsi, classifiche o premi, solamente un’occasione di incontro di musicisti provenienti dalla Slovenia, dalla Croazia e ovviamente dall’Italia (una, la banda Breg). Oltre all’esibizione singola di ogni banda saranno inevitabili delle jam session quanto mai improvvisate, ma condite da un entusiasmo difficilmente riscontrabile in altre manifestazioni. Immaginatevi poi lo spettacolo dei pezzi che suoneranno tutte la bande assieme, circa seicentocinquanta elementi, senza contare l’effetto delle libagioni.
Io che sono, mio malgrado o a mio danno, un’entusiasta, ho pensato di preparare qualche oggettino simpatico a tema musicale. Avevo dei campioni di tappezzeria, qualche pezza avanzata di cotone americano, degli accessori recuperati qua e là a Praga, a Sitges, a Venezia , e un’ideuzza che mi frullava per la testa già da qualche mese.
SALUT!
A mig aire de la serra
veig un ametller florit.
Déu te guard, bandera blanca,
dies ha que t’he delit!
Il fatto che abbia iniziato questo post con le parole del poeta catalano Joan Maragall dovrebbe già farvi sospettare qualcosa.
Ho scelto proprio questi versi perché in una terra che è stata teatro di soprusi e rivalse, troppo simile alla mia, viene presa a bandiera l’unica che trovo accettabile, la chioma fiorita di un albero.
Tra queste colline che guardano al mare la primavera si annuncia già a marzo con i fiori di mandorlo, e in una località in particolare sbocciano fiori tessili con tutti i colori dell’iride.
Sto parlando di Sitges, una piccola cittadina a poca distanza da Barcelona, dove appunto a marzo è possibile ammirare questa singolare fioritura esposta al Festival Internacional de Patchwork.
Avviso
Salve,
per motivi tecnici è stato necessario trasferire il vecchio blog su questa piattaforma WordPress. Nel nuovo blog che state ora vedendo sono presenti tutti gli articoli del vecchio blog, ma purtroppo non è stato possibile trasferire anche i commenti e le iscrizioni.
Per qualche tempo potrebbe verificarsi ancora qualche piccolo problema tecnico o di visualizzazione. Portate pazienza, si fa quel che si può…
Grazie