Talvolta può capitare di visitare delle esposizioni “diverse” dove l’arte tessile trova un riflesso nell’arte della pittura, più o meno figurativa s’intende, e questo è successo un mesetto fa.
“Finestre sul mare” è il soggetto che la tessitrice Marija Pudane ha inteso rappresentare con il materiale che le è più famigliare: il filo. Continua a leggere →
Sono in preda a due stati d’animo contrastanti, il primo deriva dalla soddisfazione di aver ammirato delle opere tessili di eccezionale fattura e notevole cifra artistica, mentre il secondo è dato dalla consapevolezza di aver perso un’occasione. Inizio da quest’ultimo, ovvero dal rammarico di non aver potuto conoscere bene di persona un’artista tessile che, da decenni, operava nella mia stessa provincia, mentre io mi affannavo per visitare le mostre di mezza Europa. Si potrebbe dire che questa mia disattenzione è stata imperdonabile, ma, per quanto strano ciò possa sembrare, vi confesso che ho la sensazione di vivere in un cul-de-sac dove non sempre è facile la collaborazione tra artisti, perciò capita che si operi in ordine sparso. Per buon peso andrebbe aggiunta una certa riservatezza caratteriale che spesso induce gli artisti locali a evitare ogni sovraesposizione mediatica, un sentimento che nulla ha che sparire con la modestia (gli artisti hanno il diritto di essere modesti e il dovere di essere vanitosi, scriveva Karl Kraus), bensì con una sorta di riguardo nei confronti di chi si troverà a valutare l’opera d’arte, lo stesso riguardo che si dovrebbe usare quando si entra in casa d’altri. Confesso che ci sono rimasta male quando m’hanno detto che Laila Grison Cavalieri era morta da pochi mesi, perciò mai avrei potuto farle sapere quanto m’andassero a genio le sue opere. Chi un po’ mi conosce sa bene che i miei complimenti non vengono via un tanto al chilo, quindi il sapore agrodolce di quella visita è ben giustificato. Continua a leggere →
Evviva! Mi è arrivata una nipotina, Cecilia. Potevo forse restarmene con le mani in mano? No. Così, invece di vestitini e coperte, il mio spirito pratico mi ha spinto a realizzare una sorta di portatutto da appendere accanto a fasciatoio che servirà alla neomamma per sistemare qualche pannolino, il ciuccio, asciugamano, forbicine, spazzola, eccetera.
Poi, quando la bimba sarà cresciuta, lei in quelle tasche ci mettera quel che le pare, giocattoli, matite colorate, ciabattine, pelouche e altre cosette che faranno parte del suo piccolo nuovo mondo. Ho scavato nei miei cassetti per trovare delle stoffe che mi aiutassero a realizzare questi temi africani, disegni semplici e coloratissimi che dovrebbero piacere anche alla mamma e al papà di Cecilia, giacché giraffe, zebre, leoni, ed elefanti non mancarono durante il loro bellissimo viaggio di nozze.
C’è chi la stoffa ce l’ha di stoffa e c’è chi ce l’ha del suo. Sto parlando degli abitanti di Vico Pancellorum, poco più di un centinaio di persone resilienti che popolano una piccolo borgo della Lucchesia, più precisamente nella Val di Lima. Le ho definite “resilienti” perché tengono botta nonostante l’abitato si trovi a più di 15km da ciò che noi consideriamo aspetti indispensabili di una società abbastanza urbanizzata (negozi, servizi, uffici, punti di svago, ecc.). Per buona misura sono costretti a percorrere stradine infide e disagevoli, superando un dislivello di 450m, un viaggio nel quale non mancano i tornanti e gli strapiombi, in più incrociando qualche pazzo (e non sono pochi) che procede a velocità “sportiva”. Di questo remoto borgo probabilmente non ne avrei saputo nulla se non fosse stato per la proverbiale tendenza a chiacchierare del mio fotografo / sherpa / autista / webmaster / ecc. , il quale ha incontrato per caso la persona giusta. Il fatto è che ci trovavamo a Benabbio, vicino a Bagni di Lucca, per la cerimonia di premiazione dei finalisti di un concorso letterario dedicato al treno, e colui che sempre mi accompagna nelle mie trasferte era tra quelli con una sua poesia, e se vi andasse di leggerla la trovate qui. Avendo del tempo a disposizione (si sarà già capito che amiamo prendercela comoda), erano nelle nostre previsioni degli spostamenti a breve raggio nei dintorni, però la situazione tecnologica in loco era disperante, nel senso che internet era completamente assente (e talvolta anche il semplice segnale telefonico), perciò non c’era modo di andare a ravanare in rete per cercare informazioni utili su possibili luoghi interessanti da visitare, e poi di guide e uffici turistici manco l’ombra. Da quel che s’è capito, esistono figli e figliastri, sia a livello regionale e sia provinciale, e, tranne che per le solite località più famose (e affollate), le indicazioni per i centri minori sono alquanto lacunose, lasciando l’onere della scoperta alla curiosità del viaggiatore. Vi starete chiedendo allora che diavolo c’entri l’incontenibile loquacità del mio accompagnatore. È presto detto.Continua a leggere →
Eccoci qua, on stage again, a raccontarvi del nostro viaggio nella Repubblica Ceca e dei quilt che lì abbiamo visto. Leggendo il titolo forse avrete avrete notato che l’acronimo della mostra ceca ora è BPM, ovvero Brno Patchwork Meeting, e non più PPM. Diciamo che Praga un po’ mi manca, e non solamente perché la trovo affascinante e complicata, ma anche perché lì ho scoperto tanti anni fa delle artiste che andavano cercando una loro via espressiva per staccarsi dalla scuola anglosassone e da quella francese. Oggi posso dire di aver visto lungo, e ammiro con soddisfazione le opere che le quilter ceche possono vantarsi di esporre le loro opere in tutto il mondo. Come sempre il viaggio verso Brno è stato lento e complicato, e perciò piacevole. Partiti col sole, e già a Celje il bus procedeva tra i fiocchi di neve che scendevano copiosi, ma per fortuna l’esperienza ci aveva preparato a tutto. La prima tappa prevedeva una sosta a Vienna per una giornata di shopping. Badate bene, non sto parlando di vestiti, calzature e accessori, bensì di materiali e attrezzature per la calcografia e la pittura. Missione compiuta. Tutto ho trovato, e anche di più, e ora so dove andare quando mi servirà qualcosa che qua manco sanno che esiste. Già che eravamo lì abbiamo visitato il Wien Museum in Karlsplatz, appena riaperto da qualche mese, dove all’ultimo piano le pareti erano tappezzate di mirabili incisioni della Vienna del ‘600 e non solo. Salutata Vienna abbiamo preso un autobus diretto in Moravia, e abbiamo ritrovato la stessa Brno dello scorso anno, con i suoi pregi e i suoi difetti. Stavolta però, terminati i nostri doveri di cronaca, abbiamo deciso noleggiare un’automobile per concederci qualche gita fuori città. Di questa puntatina in Moravia potrete trovare delle immagini nel post “Non solamente Brno”, dal blog ultimelune.it del mio webmaster / fotografo / agenzia turistica / sherpa / ecc. Ma immagino che voi siate qui per il patchwork, e che tutta questa menata del viaggio vi lasci abbastanza indifferenti, perciò eccomi pronta a soddisfare la vostra curiosità.Continua a leggere →
Sapete anche voi come vanno queste cose, ti regalano un pezzo di stoffa, e allora capita che senza che te ne accorga ti cresca la voglia di combinarci qualcosa. Strano, perché magari fino al giorno prima avevi in programma di prendere un po’ fiato, oppure per la testa giravano delle idee attorno altri lavori, ma quel pezzo di stoffa insiste, si fa vedere, si fa sentire, s’insinua in ogni nostro progetto. Perciò mi sono arresa e ho imbastito un tappeto volante, nel senso che l’ho realizzato “al volo” senza pensare troppo alla composizione, al disegno, ai colori, così, come viene viene.
Secondo me è venuto benino.
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